Quella tra Ucraina e Russia è una guerra che si sta combattendo anche online, soprattutto online.
Le autorità delle repubbliche separatiste, quelle della Crimea “Russa” hanno comunicato ai cittadini e ai guerriglieri rimasti di non scattare foto ne video.
Perché una richiesta del genere?
Molti cittadini filorussi e addirittura dei guerriglieri hanno postato su Vkontankte (l’Instagram autarchico russo) foto e video sensibili sui luoghi della guerra.
Risultato? L’intelligence ucraina ha bombardato recentemente, grazie a queste foto e video, una sede di guerriglieri della Wagner e un polo missilistico a due passi dalla spiaggia della Crimea.
Quella Russa-Ucraina è una guerra che sta mietendo tante vittime ma che ci spinge anche ad una riflessione sul piano della comunicazione digitale. I tempi sono cambiati e i cittadini continuano ad usare i cellulari, usano le connessioni (gli ucraini possono beneficiare dello starlink di Elon Musk) e vogliono postare quello che vedono, vogliono comunicare al mondo la loro presenza in un luogo di guerra.
I social stanno avendo un ruolo sempre più di primo piano, tant’è che tutti “i nuovi cinegiornali” passano per i social, non per il cinema, non per la carta stampata!
Persino Putin si è accorto della potenza dei media digitali. Ha deciso di spegnere i Social occidentali (ne avevo parlato qui (altro articolo qui)) e di incrementare le potenzialità dei Social interni proprio come VK.
In questo senso, il governo russo che controlla praticamente VKontakte (ha un’influenza enorme sul media) ha deciso di comprare anche Yandex NV, società russa proprietaria del più grande motore di ricerca nel paese. Nell’accordo, ha spiegato qualche giorno fa il Wall Street Journal, sono comprese la piattaforma di infotainment Zen, l’homepage e l’aggregatore di news. Quest’ultimo servizio, in particolare, aveva attirato sulla società diverse critiche all’inizio della guerra in Ucraina, con l’accusa di proporre notizie allineate alla propagande del Cremlino.
I Social, la comunicazione digitale ormai sono al centro di tutto, anche in casi drammatici come questo.