In Gran Bretagna, da quando una 14enne ha deciso di farla finita a causa dei social (approfondisci qui), si sta provando a legiferare al fine di bloccare i social ai minori di 16 anni.
Sembra non sia solo questione di suicidi ma di sicurerzza, di adescamento.
Beeban Kidron, attivista per la sicurezza online dei bambini, ha dichiarato: “La stragrande maggioranza dei social media è progettata in un modo da creare dipendenza, polarizzare e mettere in mostra stili di vita irrealistici, quindi finisce per essere uno schifoso posto dove trascorrere la tua adolescenza. Ma temo che la risposta istintiva sia quella di escludere i bambini dagli spazi digitali invece di progettarli per sostenerne la crescita”.
Quindi serve togliere i cellulari e i social ai ragazzi o si può fare anche altro?
In tutto il mondo si sta discutendo ma ci sono ancora tante domande che devono trovare risposta.
Secondo il rapporto di un comitato americano convocato dalle Accademie nazionali no-profit delle scienze, dell’ingegneria e della medicina, al momento non ci sono dati sufficienti per arrivare a vietare i social media ai giovani di età pari o inferiore a 18 anni.
Su Mashable si scrive che “in assenza di ricerche che dimostrino una relazione causa-effetto convincente, il comitato ha raccomandato ulteriori ricerche e la creazione di forti standard di settore per la progettazione, la trasparenza e l’utilizzo dei dati delle piattaforme di social media”.
Quindi, i social e i telefonini fanno male o no?
Bisognerà attendere ulteriori studi.
Pochi giorni fa anche l’Università di Oxford aveva detto che una loro ricerca non chiarisce la causa dei problemi cognitivi dei bambini, problemi che non sarebbero dovuti all’uso dello smartphone (approfondisci qui).
A chi credere?
La questione merita sicuramente maggiori approfondimenti.
Le norme di blocco\tutela dei minori, fino a che gli studi non saranno chiari, tarderanno ad arrivare.