C’era un’epoca dove le regole erano scritte, dove non si poteva andare oltre, ma poi, qualche pazzo, o qualche genio, ha iniziato a scardinare lo status quo per raggiungere l’obiettivo attraverso un’altra strada.
Il Marketing ci ha insegnato che si possono percorrere strade diverse per raggiungere l’obiettivo, perché una cosa “nata così” può nascere anche in un altro modo, pur riuscendo a portare valore al brand.
In questa ottica Meta ha testato gli hashtag senza hash.
Era il 23 agosto del 2007 quando un pazzo (o un genio) americano, di origini italiane, di nome Chris Messina, postò la prima frase con hashtag su Twitter. Nate Ritter, molto più noto su Twitter, nell’ottobre del 2007 fu contaminato da Messina ed iniziò a creare hashtag che poi divennero trend topic di Twitter nel 2009 (con collegamento ipertestuale).
Quello che successe dopo è storia: il modello Twitter conquistò il mondo.
Ora questa regola scritta è stata però scardinata…
Meta, stavo per dire, ha testato e mandato in roll out l’hasthtag senza hash.
A pochi giorni dal lancio in UE di Threads, la piattaforma ha mandato in roll-out gli hashtag senza hash.
Per attivare la modalità hashtag sul post sarà necessario cliccare la figura dell’hashtag ma quello che comparirà dopo sarà il testo, con collegamento ipertestuale, ovviamente senza hash.
Questo mutamento provocherà a lungo andare un cambiamento di pensiero dell’utente finale che si abituerà agli hashtag senza hash.
Questo è Marketing! pazzesco vero?
in fondo l’hash non serviva a molto…
Tutto al contrario di tutto…
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