Delle volte bisogna spingersi in profondità per esaminare tutto quello che accade nei Social Media.
Questa tragica storia, altamente sensibile, non vuole rovinare pranzi nè cene ma portare alla riflessione sociale.
ATTENZIONE. Le storie che seguiranno contengono riferimenti molto sensibili!
Negli Stati Uniti si registrano in media 4.400 nuovi decessi (non naturali) ogni anno mentre sono 600.000 le persone scomparse in 12 mesi.
Esistono sistemi governativi che pubblicano i volti dei “missing” ma mai prima d’ora era stato messo in piedi un sistema di identificazione privato attraverso AI e Social Media.
Lee, un ragazzo di 24 anni residente in Pennsylvania ha dapprima creato un canale su Tik Tok poi, non potendo pubblicare foto ultra-sensibili, ha avviato un gruppo privato su Facebook.
Ha iniziato così una battaglia personale per ridare un volto e un nome ai corpi non idenficati.
Il meccanismo funziona con foto segnaletiche dei “missing” e foto delle persone trovate in scene da brividi.
Un membro di questo gruppo ‘Thee Unidentified’ ha recentemente iniziato ad utilizzare PimEyes, un controverso motore di ricerca per il riconoscimento facciale. “Un caricamento rapido produce risultati di ricerca in pochi secondi. Le foto provenienti da Internet sono organizzate in un’unica visualizzazione, tra cui spesso ci sono anche le foto segnaletiche. Sebbene questa tecnologia possa accelerare il processo di identificazione, porta con sé seri problemi di privacy. In molti casi il consenso informato non viene ottenuto né per l’immagine caricata né per i risultati restituiti dalla tecnologia, che possono includere dati biometrici di privati”. Secondo Wired.com, che ha scritto quanto hai letto, grazie a questo sistema sono stati assegnati nomi e cognomi a corpi che prima non erano stati identificati.
Questo per dire che cosa?
Stiamo entrando in una nuova era dove la tecnologia potrà fare qualsiasi cosa ma dove anche i furfanti potrebbero trovare quello che cercano. Metti in sicurezza il privato, metti in sicurezza i minori, usa i social con senso critico, non come un gioco!