L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio (tutto italiano) nei confronti di Meta-Instagram e dell’influencer Asia Valente. In particolare, scrive l’Authority, “Meta – contrariamente alla diligenza professionale richiesta alle piattaforme di media sociali e alle proprie policy di condotta – avrebbe omesso di adottare misure idonee a impedire la pubblicazione su Instagram di messaggi potenzialmente ingannevoli“.
Ma cos’è accaduto?
Asia Valente, classe 1996, è una creator con 2,1 milioni di follower che è stata accusata dall’Antitrust di fare pubblicità senza dirlo ai suoi seguaci. Sempre secondo l’Antitrust la creator appprofitterebbe di followers finti per diventare più credibile.
E’ la prima volta, che l’Antitrust prende di mira una creator e la scorretta attività di marketing dell’acquisto dei followers falsi.
Sarà l’indagine a stabilire chi ha ragione e chi ha torto e adesso sarà un’altra indagine a capire se Meta non ha adottato misure idonee per impedire la publicazione di messaggi ingannevoli.
E’ la prima volta al mondo, ne parla per questo anche il Wall Street Journal, che l’Antitrust indaga sia Meta che il Creator per pratiche definite “scorrette”.
Ma Meta deve prestare attenzione a quello che pubblica il creator?
Se l’Antitrust dirà di Sì, arriveranno nuove grane per il colosso di Zuckerberg.
L’antitrust Italia è al momento una delle organizzazioni più attente all’evoluzione social. Era intervenuta sul caso Siae, era intervenuta (prima al mondo) persino su Chat Gpt.
Anche questa indagine farà scuola?
Vedremo.
Meta è responsabile se l’influencer diventa un “furfante”?
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