Di guerra sociale avevo già parlato ampiamente ma ora appare sempre più evidente che i social stanno diventando un terreno di scontro.
TikTok è stato recentemente bandito in Senegal e Somalia, mentre il Kenya, l’Uganda e l’Egitto stanno spingendo per una simile repressione della piattaforma. In Somalia è stato bloccato persino Telegram attraverso una controversa legge.
In America, mentre i servizi segreti hanno smascherato una rete cinese Social che fabbricava fake news (ne ho parlato qui), FBI e Casa Bianca sembra abbiano violato il primo emendamento “obbligando” i social a bloccare e a togliere contenuti, quando potevano solo essere moderati attraverso una richesta formale dello stato. Un ban non proprio democratico…
Questo per dire che cosa?
Se in Somalia, in Senegal e in altri stati dell’Africa si spinge per il blocco social al fine di reprimere le proteste contro i governi, in alcuni paesi democratici, proprio come gli Stati Uniti, si sta tentando di mettere sempre più la mano sui social perchè stanno avendo sempre più influenza sulle masse.
Le notizie che giungono dal mondo devono portarci ad avere sempre più consapevolezza di questi strumenti social e delle battaglie in atto che a lungo andare andranno a deteriorare le stesse piattaforme e tutti i canali contenuti.
I social sono un affare di Stato…
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