Sta per cambiare il mondo. Le grandi major hanno deciso di trarre profitti dalla commercializzazione di prodotti AI, musicali o video.
Spotify sta espandendo il suo “DJ” basato sull’intelligenza artificiale in dozzine di mercati in tutto il mondo, sei mesi dopo il debutto della funzione in Nord America. La nuova funzione che permette di remixare e creare musica direttamente in-app non è attiva in gran parte dell’europa ma potrebbe esserelo a breve.
Per quanto riguarda la musica, secondo quanto rivela Ft, le discussioni in tema di AI tra Google e Universal Music sono in fase iniziale. L’obiettivo delle due aziende è però quello di sviluppare uno strumento che consenta ai fan di creare legittimamente brani AI e pagare diritto d’autore e diritti connessi ai detentori. Gli artisti avrebbero così la possibilità di scegliere se aderire o meno all’iniziativa. Anche Warner Music, sempre secondo Ft, starebbe trattando con Alphabet Google una soluzione simile.
L’obiettivo è sempre quello di commercializzare le tracce musicali ed incrementare i profitti.
Stessa cosa accadrà con i video visto che YouTube sta per rilasciare strumenti di intelligenza artificiale generativa per i creatori, ma a differenza di rivali come Meta Platforms, è meno interessato ai chatbot. Youtube si sta concentrando proprio sull’AI per l’editing video o per generare idee secondo quanto ha comunicato in una recente intervista Tara Walpert Levy, vicepresidente delle Americhe di YouTube.
Tra musica e video c’è un minimo comune denominatore: tutte le piattaforme sperimentanno queste nuove tecnologie in America e in altri paesi tecnologicamente evoluti ma non in Europa. Bisognerà attendere ma ci dobbiamo comunque preparare all’arrivo dell’AI.
Spotify, Universal music, Google, YouTube: stanno arrivando le musiche e i video AI
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