Poche ora fa, a New York, moltissime aziende tech hanno presentato i dati delle ultime trimestrali. Tra la folta lista delle società più quotate ci sono Microsoft e Alphabet. Alphabet (Google e Youtube) ha superato ogni aspettativa mentre Microsoft non ha convinto del tutto gli analisti anche se continua a crescere.
Queste trimestrali erano comunque importantissime sopratutto per un fattore: l’AI. Per la prima volta in assoluto le società hanno messo nero su bianco i ricavi derivati dalla nuova tecnologia. Si tratta di dati, secondo gli analisti, davvero positivi. Tutti, sembra proprio tutti, vogliono avere l’AI. “Le organizzazioni ci chiedono – dice Satya Nadella, Ceo di Microsoft – non solo come ma quanto rapidamente possono applicare la nuova generazione di AI per cogliere le maggiori opportunità e affrontare le principali sfide, in modo sicuro e responsabile. Rimaniamo focalizzati nel guidare il nuovo passaggio verso piattaforme di AI”.
Tornando ai dati Microsoft ha chiuso il proprio esercizio fiscale, con ricavi in rialzo dell’8% a 56,2 miliardi di dollari e un utile in crescita del 20% a 20,1 miliardi, pari a 2,69 dollari per azione. I risultati, però, se condiderati solidi dagli analisti non sono bastati a convincere gli investitori a sostenere ulteriori rally in Borsa, e i titoli di Redmond sono calati a Wall Street nelle contrattazioni after hours del 3,7 per cento. A pesare è stato in particolare il rallentamento della crescita dei ricavi dei servizi cloud Azure, saliti del 26% rispetto al 27% del trimestre immediatamente precedente. Meno brillante del previsto anche l’outlook dei ricavi del gruppo nel trimestre ora in corso.
Alphabet, la holding a cui fa capo Google, ha invece chiuso il secondo trimestre con ricavi in aumento del 7% a 74,6 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti che scommettevano su 72,82 miliardi. L’utile è salito a 18,36 miliardi, pari a 1,44 dollari per azione, dai 16 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Sopra le attese anche i ricavi del cloud e di YiuTube, segno di una stabilizzazione e recupero nella pubblicità digitale in cui Google domina.
Tra qualche ora arriveranno i dati di Apple e Meta.