Dopo lo scoppio del fenomeno Chat Gpt tutte le big tech stanno correndo ai ripari e chi posside Chat Gpt (in gran parte Microsoft) sta lanciando una novità dopo l’altra.
Bing (Microsoft) dopo aver integrato Chat Gpt è stato aggiornato mentre lo stesso Chat Gpt ha annunciato una modalità API a pagamento che consente di integrare il chatbot in ogni app. Snapchat, Instacart, Spotify hanno già addottato Chat Gpt come pure Fiat che usa Chat Gpt per vendere auto nel Metaverso.
Se Microsoft è ben posizionato sul mercato, Google, che ha lanciato Bard, sembra molto più cauto sull’Intelligenza Artificiale anche a seguito dell’errore del bot durante la presentazione ufficiale alla stampa,
E Meta?
Entro il 2023 l’intelligenza artificiale arriverà su tutte le piattaforme di Mark Zuckerberg. Si potranno costruire testi Ai e pure immagini secondo quanto comunicato dal numero uno di Meta. “Nel lungo periodo, ci concentreremo sullo sviluppo di personalità artificiali in grado di aiutare le persone in diversi modi. Stiamo esplorando esperienze con testo (come chat su WhatsApp e Messenger), con immagini (come filtri creativi di Instagram e formati pubblicitari) e video e multimodali” ha scritto Zuckerberg sulla sua pagina Facebook.
Se l’AI di Microsoft si chiama Chat GPT, quella di Google Bard, Meta ha voluto complicare le cose chiamando la nuova tencologia LLaMA.
A parte questa nota di colore, il 2023 sembra sarà proprio l’anno dell’AI sui Social e pure come assistente delle chat. L’AI consentirà a molte aziende di avere chatbot istruiti per poter rispondere autonomamente alle persone che chiedono informazione su prodotti e servizi. L’AI sarà sicuramente una spina nel fianco di tutti i call center, il personale impiegato potrebbe infatti non servire più.
A rischio ovviamente ci sono anche i copywriter e i giornalisti. CNET per esempio ha già deciso di licenziare il 10% del personale perchè ha visto che l’intelligenza funziona (anche se non perfettamente ma funziona). Che fine faremo?