Il Reuters Institute for the Study of Journalism ha condotto tra novembre e dicembre 2022 un sondaggio che ha coinvolto 303 media leader di 53 nazioni (compresa l’Italia).
Solo il 44% dei redattori dice di aver fiducia, il 72% è preoccupato perchè molte persone iniziano ad evitare alcune notizie (per esempio quelle relative al cambiamento climatico e alla guerra).
Gli editori affermano che quest’anno presteranno molta meno attenzione a Facebook [-30 punti percentuali] e Twitter [-28] e si impegneranno invece molto di più su TikTok [+63], Instagram [+50] e YouTube [+ 47], tutte reti frequentate dai più giovani. Il crescente interesse per TikTok [+19 punti percentuali rispetto allo scorso anno] riflette il desiderio di interagire con gli under 25 e sperimentare la narrazione video verticale, “nonostante – scrive Data Media Hub– le preoccupazioni sulla monetizzazione, la sicurezza dei dati e le più ampie implicazioni relativamente alla proprietà cinese”.
E se Twitter smettesse di esistere? LinkedIn [42%] è emersa come l’alternativa più popolare a Twitter, seguita da Mastodon [10%] e Facebook [7%]. Altri faticano a vedere un sostituto della piattaforma di microblogging. In termini di innovazione, gli editori affermano che dedicheranno maggiori risorse ai podcast e all’audio digitale [72%] nonché alle newsletter [69%], due canali che si sono dimostrati efficaci nell’aumentare la fedeltà ai newsbrand. Anche l’investimento pianificato nei formati video digitali [67%] è in aumento rispetto allo scorso anno, forse spinto dalla crescita esplosiva di TikTok.
Social. Che fine faranno gli editori tradizionali? Se Twitter morirà?
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